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martedì 12 gennaio 2010

Chernobyl: Le cifre di morti e tumori ancora oggetto di discussioni

Presso l’ospedale per i bambini malati di cancro a Minsk, in Belarus e all’ospedale per la Protezione radiologica di Vilne, nella parte orientale dell’Ucraina, i medici specialisti non hanno alcun dubbio che l’aumento dei tassi di cancro, di mutazioni e malattie del sangue siano elegate all’incidente di Chernobyl di 24 anni fa.
Ma è difficile ancora dimostrare che la mortalità infantile, a centinaia di chilometri dalla centrale nucleare distrutta, aumentata del 20%-30% in 20 anni o l’aumento della malattie genetiche, delle malformazioni agli organi interni e dei tumori alla tiroide, dipendano dal più grande rilascio al mondo di radioattività del 1986.

Le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostengono che soltanto 56 persone sono morte come conseguenza diretta della radiazione fuoriuscita da Chenobyl e che 4.000 persone moriranno, forse, a causa di essa. Dicono anche che solo pochi bambini sono morti di cancro dopo l’incidente, e che la maggior parte delle malattie legate a Chernobyl sono dovute a stress psicologico, radiofobia, condizioni di povertà o stili di vita malsani.
Ma altri scienziati di fama internazionale nella ricerca sulle radiazioni nelle zone più contaminate di Russia, Belarus ed Ucraina, non ne sono convinti. L’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, un altro istituto delle Nazioni Unite, prevede 16.000 morti per Chernobyl; una valutazione dell’Accademia Nazionale delle Scienze russa afferma che ci sono stati finora 60.000 decessi in Russia e ne stima 140.000 in Ucraina e Belarus. Nel frattempo, l’Accademia Nazionale della Scienze bielorussa stima finora 93.000 morti e 270.000 casi di tumori; la Commissione Nazionale ucraina per la protezione dalle radiazioni calcola, ad oggi, 500.000 decessi.

Le discordanze di queste cifre derivano dal fatto che non ci sono stati studi coordinati sulle conseguenze sanitarie dell’incidente.
Questo si dimostra in contrasto con Nagasaki ed Hiroshima, dove le ricerche ufficiali mostrano che l’aumento nella maggior parte delle tipologie principali di cancro e di altre patologie, divenne evidente solo dopo gli anni successivi alla caduta delle bombe atomiche.
Con Chernobyl ci sono state difficoltà nella raccolta di dati affidabili soprattutto nel caos amministrativo avvenuto dopo l’incidente. Centinaia di migliaia di persone sono state evacuate dalle zone colpite la disgregazione dell’URSS portando alla perdita di documenti e testimonianze.
Le controversie girano attorno alle agende ed ai dati dell’OMS e dell’AIEA, che ha promosso in maniera massiccia, negli ultimi 30 anni, l’uso dell’energia atomica. Le Nazioni Unite ritengono solamente validi studi scientifici pubblicati in alcune riviste del settore scritte in inglese, una regola che escluderebbe l’esame di decine di altri studi.
Quattro anni fa, un portavoce dell’AIEA si disse fiducioso che le previsioni dell’OMS fossero corrette. E Micheal Repacholi, direttore del Chernobyl Forum delle Nazioni Unite fino al 2006, affermò che la stima dei 4.000 decessi potrebbe essere stata troppo alta, ribadendo che i principali impatti negativi sulla salute di Chernobyl non sono stati causati dalle radiazioni, ma dal timore di esse.
Ma oggi, Linda Walker, del Chernobyl Children’s Project del Regno Unito, che finanzia orfanotrofi di Belarus ed Ucraina ed organizza vacanze di risanamento per i bambini vittime, ha chiesto uno sforzo determinato per conoscere gli effetti del disastro. "I genitori stanno dando alla luce bambini con disabilità o malattie generiche… ma, per quanto ne sappiamo, nessuna ricerca è in corso", ha detto.

Fonte: Progetto Humus, 11 gennaio 2010

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