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mercoledì 7 marzo 2012

Chernobyl contamina altri 2400 paesi, Bielorussa pronta a centrale nucleare

GROSSETO - In Bielorussia pronta una nuova centrale nucleare. Legambiente: “Il disastro di Chernobyl continua a fare vittime. Nel 2011 ancora 2.400 paesi contaminati”. Dalla centrale continuano a uscire polveri radiattive e il nuovo sarcofago rischia di non essere fatto per mancanza di fondi.
Continua il Progetto Rugiada per i bambini di Chernobyl. A pochi giorni dall'anniversario del gravissimo disastro di Fukushima, Legambiente sottolinea con forza la grave situazione presente nelle aree contaminate dalla tragedia di Chernobyl. Da un dossier dell'associazione ambientalista i paesi e i villaggi contaminati nel 2011 risultano essere circa 2.400 (2.370 dei quali abitati da 1.140.000 abitanti, tra cui 220.000 bambini). L'ambulatorio mobile (progetto realizzato da Legambiente) ha esaminato complessivamente 28.462 pazienti, dal 2007 al 2011, riscontrando varie patologie tra le quali iperplasia e calcinosi, ed evidenziando come gli effetti delle radiazioni continuino a minare il sistema immunitario delle popolazioni contaminate e a far crescere le patologie in special modo quelle tumorali. Nonostante tutto la Bielorussia ha stipulato un accordo con la Russia per la costruzione di una nuova centrale nucleare, a nord del paese e precisamente nella provincia di Ostrovets al confine con la Lituania, come se il disastro avvenuto a Chernobyl non fosse già abbastanza.
“La situazione in Bielorussia dopo la tragedia di Chernobyl – spiega Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Legambiente Solidarietà - continua a essere sempre più grave. Ancora oggi, infatti, nonostante sia calato inesorabilmente l'interesse e il sostegno della comunità internazionale nei confronti delle vittime della catastrofe di Chernobyl, circa 7 milioni di persone vivono in zone contaminate della Bielorussia, Russia e Ucraina, e sono costrette a nutrirsi con cibo fortemente radiattivo, e a pagarne le conseguenze è soprattutto la popolazione infantile. Legambiente continua a tal proposito a realizzare il Progetto Rugiada che, nato nel 1994 per dare un aiuto ai bambini colpiti dalle radiazioni, rappresenta oggi un sostegno concreto che permette a tantissimi bambini di essere monitorati dal punto di vista medico e curati in un centro specializzato e sostenibile in Bielorussia. Per tutto il periodo dell'accoglienza viene fornito loro cibo sano e non contaminato dalle radiazioni”.
C'è poi un altro grande problema irrisolto: la centrale atomica presente in Ucraina, è coperta da un sarcofago fatto costruire nel giugno del 1986. Un lavoro faraonico di 300.000 tonnellate di calcestruzzo e 1.000 di strutture metalliche, che contiene ancora oggi al suo interno circa 200 tonnellate di materiale radiattivo. Ma dal sarcofago fuoriescono polveri radiattive dalle fessurazioni causate dall’usura delle strutture di contenimento, e il rischio di un collasso della struttura è molto elevato. I lavori per la realizzazione di un nuovo sarcofago, denominato l'arco sono cominciati, ma nonostante l'Ucraina abbia annunciato la fine dei lavori per il 2015 la preoccupazione è che il progetto s'interrompa per mancanza di fondi da parte dei paesi donatori: uno dei principali era infatti il Giappone che dopo la tragedia di Fukushima è in grande difficoltà. I tempi previsti per l'intera bonifica, così come riportato dall'agenzia Tass, richiederanno 100 anni.

Fonte: Cinquew.it, 7 marzo 2012

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